Lotta guidata all’Occhio di pavone dell’olivo mediante impiego di un innovativo metodo di diagnosi molecolare delle infezioni

Università Mediterranea di Reggio Calabria

Risultato della ricerca:

L’occhio di pavone è la più importante malattia dell’olivo in termini di diffusione e gravità. In Calabria assume aspetti di gravità particolarmente allarmanti per la diffusione della coltura in ambienti umidi e per la presenza di cultivar molto suscettibili come la Carolea. Le intense defogliazioni di cui è causa, particolarmente gravi negli ultimi anni a causa dei mutamenti climatici, determinano una vera depressione a livello produttivo per interi comprensori olivicoli. Al fine di contenere le malattie fungine, nelle aziende meglio organizzate e orientate al mercato, vengono realizzati anche una decina di interventi fitoiatrici all’anno, con inevitabile aumento dei costi di produzione e ripercussioni sulla qualità del prodotto in termini di sicurezza alimentare (problema dei residui) e di impatto ambientale. Una delle principali cause che rende difficile limitare gli interventi fitoiatrici è la difficoltà di individuare con precisione i periodi d’infezione, per l’eccessiva lunghezza dei periodi di incubazione, che possono essere anche di mesi.

Con un approfondito lavoro di ricerca, che si è articolato in diverse fasi, sia di campo che di laboratorio, è stato possibile sviluppare e validare, per la prima volta a livello mondiale, un metodo molecolare di diagnosi precocissimo e specifico per Venturia oleaginea, agente della malattia, a partire dalle foglie nelle primissime fasi di sviluppo ed in assenza di sintomi. Il protocollo applicativo prevede l’estrazione del DNA dai tessuti fogliari e la successiva analisi tramite saggio di PCR quantitativa (qPCR), che consente di individuare la presenza del patogeno nei tessuti e di determinarne la quantità di acido nucleico. Il metodo è molto sensibile e si ritiene possa consentire il rilevamento di singoli propaguli del patogeno in un grammo di tessuto vegetale. Esso ha rilevato la presenza del patogeno in quantità elevate anche su foglioline di giovanissimi germogli modificando di fatto le conoscenze sulla epidemiologia della malattia e soprattutto indicando un netto sfasamento fra l’epoca dei trattamenti comunemente realizzati e l’epoca di infezione, con conseguente apporto fuori tempo di fungicidi nell’ambiente e relativi costi economici ed ambientali.

Le ricerche condotte hanno permesso la redazione di un articolo scientifico che è stato accettato ed in corso di pubblicazione su Phytopathology, una delle più autorevoli riviste internazionali del settore.

Riferimento a finanziamenti precedenti:

La ricerca è stata supportata dal PON_ MODELLI SOSTENIBILI E NUOVE TECNOLOGIE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE OLIVE E DELL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA PRODOTTO IN CALABRIA Codice progetto: PON03PE_00090_2

Innovatività rispetto a soluzioni già esistenti:

Il metodo di diagnosi precoce attualmente in uso per programmare gli interventi di difesa fitosanitaria contro l’occhio di pavone è quello ideato da Loprieno e Tenerini nel 1959, che prevede l’immersione delle foglie in una soluzione di Idrossido di sodio al 5%, riscaldata a 50-60 °C e per circa 2-3 minuti. Tale metodo, oltre a non poter esser applicabile su foglie giovani (le più suscettibili alle infezioni) e ad essere poco specifico con elevate possibilità di errore, è in grado di anticipare la diagnosi solo fino alle prime fasi di evasione del patogeno all’esterno (normalmente le macchie si evidenziano durante la sporificazione), quindi non quanto sarebbe necessario per una esatta determinazione del periodo di infezione, causando uno sfasamento fra applicazione degli interventi fungicidi e reali esigenze di protezione delle foglie.

Titoli di proprietà intellettuale:

Il metodo non è protetto da titolo di proprietà industriale.

Principali applicazioni e mercato di riferimento:

Ottimizzazione delle strategie di lotta fitosanitaria contro l’occhio di pavone dell’olivo, mediante impiego di un metodo molecolare di diagnosi precocissima delle infezioni. Il mercato di riferimento è quello dell’olio extravergine di oliva e delle olive da mensa.

Esigenze per l’ulteriore sviluppo – Industrializzazione:

Il metodo di diagnosi, basato su protocolli di tipo molecolare, non risente nella sua applicazione di variabili legate all’ambiente d’intervento. Richiede però la messa a punto e validazione di protocolli tecnici per l’applicazione in campo (epoche e modalità di prelevamento del campione, relazione fra dati analitici ed indicazioni di intervento, ecc.) ed una breve formazione di personale tecnico o aziendale. È pertanto necessario attivare la collaborazione fra ricercatori, imprenditori e tecnici.

Codice:

0068

Area di Innovazione:

Agroalimentare - Innovazione di prodotto/processo nell'industria alimentare inclusa la valorizzazione degli scarti e gli alimenti funzionali